Fa caldo.
Così caldo che è impensabile prendere l'auto per andare a lavorare, a meno che non si voglia provare l'esperienza della prematura cremazione da vivi. L'abitacolo della mia Opel nera riesce infatti a raggiungere la temperatura ottimale per cuocerci i cannelloni e, a quei livelli, basta accendere la luce del cruscotto per farli anche gratinare.
Superato l'impatto con le vampate che ti accolgono aprendo la portiera e con il microclima interno tipico più del deserto del Gobi che di un' auto, bisogna poi resistere alle ustioni causate da qualunque oggetto si tocchi nell'abitacolo. Brucia tutto: il volante, il pomello dell'autoradio, la leva del cambio: pur di non toccali, una volta ho fatto 20 Km in prima ascoltando radio Maria.
Cambiando marcia si rischia di venire marchiati a fuoco come un vitello texano, rimanendo con lo schemino delle marce impresso sul palmo della mano. Che può essere anche originale, ma potendo scegliere preferirei un tribale sul polpaccio.
Quindi, quando ho bisogno assoluto di prendere l'auto, arrivo premunito e guido con le presine.
Ieri, per evitare tutti questi disguidi, per non arrivare al lavoro già sudato e per un'improvvisa smania ecologista che mi ha colpito in maniera direttamente proporzionale al prezzo del diesel, ho deciso di andare a lavoro a piedi.
E così stavo passeggiando tranquillamente, fischiettando un allegro motivetto che ho sentito suonato ai mondiali da una vuvuzela, quando ad un certo punto ho avuto l'esigenza di attraversare la strada.
Sono diligentemente arrivato alle strisce pedonali e, con una manovra tipica del perfetto pedone, mi sono orientato in direzione delle zebre. Sono però rimasto immobile ad aspettare perchè ho visto che stava arrivando una colonna serpentosa di macchinine a velocità abbastanza smodata. Probabilmente erano tutti mezzi rincoglioniti nei loro torridi mini-deserti del Gobi. C'era anche qualche Saharano col monovolume. Mi sono detto: aspetto che passino o mi stirano.
Invece il camioncino primo della fila, ligissimo al codice della strada, ha deciso di farmi passare e si è fermato di brutto. Mentre attraversavo però ho cominciato a sentire rumori di frenate, colpi vari, stridii, un "bum" e qualche crash. Gli automobilisti dietro, un po' perchè andavano veloci, un po' perchè stavano tenendo una distanza di non sicurezza di 10 cm, un po' perchè il caldo aveva bradiposamente rallentato i loro riflessi, si sono tamponati a catena, in un fragore di lamiere, vetri e pezzi plastica.
Ho continuato a camminare mentre alle mie spalle succedeva l'inferno.
Almeno, così avrebbe fatto Bruce Willis. Con la differenza che lui non si gira mai per per vedere se qualcuno si è fatto male. Beh, poi un'altra differenza è che io di solito non vado in giro con una canottiera mezza insanguinata e un fucile a pompa.
Constatati solo danni a cose, ho continuato la mia passeggiata fischiettando il mio allegro motivetto mononota.
Commenti
Ma per l'escursione termica non ti si è ancora staccata la pelle?
Cuscina: secondo me tu hai causato incidenti di questo tipo distraendo chi guida con le tue grazie..
che provolone! ;-)